Cosa significa DSA

DSA è l’acronimo di Disturbi Specifici di Apprendimento; rientrano in quest’etichetta: la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.

I DSA vengono definiti “specifici” perché ad essere coinvolto e deficitario è uno specifico dominio di abilità, ossia:

nella  dislessia ad essere compromessa è la lettura

nella discalculia sono deficitarie le abilità numeriche e di calcolo

nella disortografia è compromessa la scarsa correttezza delle regole ortografiche e nello scrivere correttamente le parole

nella disgrafia sono alterati la fluenza, intesa come velocità, e la qualità dell’aspetto grafico della scrittura

I DSA possono manifestarsi in associazione tra di loro o ad altri disturbi, quali ad esempio l’ADHD, quest’aspetto rende i profili funzionali molto differenti tra di loro e ciò non rende sempre semplice la diagnosi.

Comprendere un testo

Quale origine?

I DSA hanno origine neurobiologica e le disfunzioni neurobiologiche  interferiscono con il normale processo di acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo.

Le persone che presentano un DSA hanno un funzionamento intellettivo generale nella norma o anche superiore alla media.

Quando parliamo di DSA, parliamo di sviluppo atipico o neurodiversità e  non di patologia o malattia.

Le persone con DSA non sono malate ma semplicemente sono caratterizzate da un funzionamento e un modo di apprendere diverso, del resto ciascuno è fatto a modo suo!

Come supportare gli alunni con DSA?

Per poter supportare al meglio gli alunni con DSA è necessario essere prima di tutto informati e  formati sull’argomento.

Si possono attuare tante strategie per rendere alla portata di tutti gli apprendimenti, nello specifico un alunno con DSA può compensare le difficoltà di apprendimento utilizzando appositi strumenti, come ad esempio la calcolatrice e può essere dispensato da alcune attività come ad esempio ricopiare dalla lavagna o dalla lettura a voce alta e raggiungere gli obiettivi di apprendimento prefissati per la sua classe di appartenenza.

 

Cosa deve fare la famiglia?

La famiglia può richiedere una valutazione degli apprendimenti ad uno psicologo specializzato, mentre, per poter avere una certificazione è necessario rivolgersi ad equipe, pubbliche  o private, specializzate nella valutazione e certificazione di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, tra queste:

  • i servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
  • i servizi di riabilitazione dell’età evolutiva privati accreditati
  • le équipe di professionisti autorizzati a livello regionale

Dalla valutazione degli apprendimenti è possibile capire la natura delle difficoltà scolastiche e quindi definire se è presente un disturbo specifico dell’apprendimento, DSA, o se è semplicemente una difficoltà che può avere altre orgini, come ad esempio:

  • didattica inadeguata,
  • difficoltà emotive del bambino
  •  presenza di altre patologie o disturbi

Cosa deve fare la scuola?

La scuola deve attivarsi per effettuare azioni di screening, di potenziamento nelle situazioni a rischio e di stesura e rispetto di un PDD (piano didattico individualizzato) nel caso di alunni già con certificazione.

Il ruolo e la responsabilità della scuola sia come istituzione sia nei riguardi degli alunni e delle loro famiglie è ben chiarito dalla Legge 170 del 2010, l’Articolo 3, comma 3° definisce che:

“è compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti”.

Qundi, l’istituzione scolastica deve dare risposta a tale richiesta attuando sia azioni di screening, sia di potenziamento didattico per gli alunni classificati come a rischio di manifestare un disturbo specifico dell’apprendimento.

Per quanto riguarda la stesura del PDP , il Decreto Ministeriale 5669 del 2011 stabilisce che la scuola è garante degli interventi da attuare per gli studenti con DSA

“anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate”

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